Keith Gildart è professore di Storia sociale e del lavoro presso l’Università di Wolverhampton, nel Regno Unito. È nato a Leigh, nel Lancashire, ma ha trascorso i suoi anni formativi nel villaggio di Mostyn, nel Galles del Nord. Ha lavorato come minatore sotterraneo di carbone a Point of Ayr Colliery, nel Flintshire (1985-1992), ed è stato membro attivo della National Union of Mineworkers e del Partito Laburista. Dopo aver studiato al Northern College Barnsley e all’Università di Manchester, ha completato il suo dottorato di ricerca con una tesi sulla storia dell’industria carboniera britannica presso l’Università di York, nel 1999. Nel corso della sua carriera ha pubblicato numerosi libri, articoli e raccolte curate nel campo della Storia del lavoro e della classe operaia del diciannovesimo e ventesimo secolo. I suoi libri includono North Wales Miners: A Fragile Unity, 1945-1996 (University of Wales Press, 2001) e svariati volumi del Dictionary of Labor Biography (Palgrave Macmillan). Negli ultimi anni ha esplorato la storia della classe operaia attraverso la lente della musica popolare e delle sottoculture giovanili. I suoi libri su questo argomento includono Images of England through Popular Music: Class Youth and Rock ‘n’ Roll 1955-1976 (Palgrave Macmillan, 2013) e Keeping the Faith: A History of Northern Soul (Manchester University Press, 2020). 


Email: keith.gildart@wlv.ac.uk

Twitter: @ProfGildart


Progetti di ricerca in corso

L’industria del carbone nella Gran Bretagna del dopoguerra: Keith sta attualmente completando un importante progetto di ricerca  intitolato “On Behalf of the People: Work, Community, and Class in the British Coal Industry” con il professor Andrew Perchard (Northumbria University, Regno Unito). Il progetto in questione si è concentrato sulle comunità minerarie dalla nazionalizzazione del 1947 fino alla chiusura delle miniere di carbone negli anni ’90. La ricerca è stata finanziata dall’Arts and Humanities Research Council nel Regno Unito, in collaborazione con i musei minerari nazionali di Inghilterra, Scozia, Galles e la Federazione generale dei sindacati. Il progetto è stato sostenuto da una ricerca d’archivio su larga scala e da un progetto completo di storia orale che prevedeva interviste a oltre 100 ex minatori e alle loro famiglie. Keith sta inoltre attualmente lavorando allo sviluppo di un progetto di follow-up intitolato “Life after Coal”, che esaminerà l’impatto della deindustrializzazione su otto ex-città minerarie in Inghilterra, Scozia e Galles. Un sostanzioso numero di articoli relativi a queste tematiche è attualmente in preparazione.

Deindustrializzazione, musica popolare e Gran Bretagna della classe operaia: basandosi su un’ampia ricerca sulle comunità della classe operaia nella Gran Bretagna del ventesimo secolo, questo progetto esamina le differenti risposte culturali alla deindustrializzazione. Il focus specifico di questo progetto è sui modi in cui la cultura giovanile, gli artisti e i luoghi in cui si fa musica hanno risposto alla trasformazione delle comunità della classe operaia negli anni ’70 e ’80. La ricerca è collegata al suo recente libro sulla scena soul del nord e su come questo abbia costituito un particolare intervento sonoro sui processi e sugli impatti della deindustrializzazione nell’Inghilterra settentrionale, nel Galles e in Scozia. La ricerca collaborativa attraverso il progetto Deindustrializzazione e politica del nostro tempo (DePOT) avvierà un processo transnazionale e comparativo del lavoro sul campo e dei temi esplorati nei libri di prossima uscita e nelle raccolte specializzate di settore.