Patrick Cooper-McCann è Professore Associato di Studi e Pianificazione Urbana presso la Wayne State University. La sua attuale ricerca si concentra sulle storie intrecciate di spopolamento e deindustrializzazione nell’area metropolitana di Detroit, dall’inizio del ventesimo secolo a oggi, in comparazione con altre aree metropolitane negli Stati Uniti e in Canada. La sua pubblicazione più recente, scritta in collaborazione con Andy Guinn, esplora “Perché Windsor si è deindustrializzata in modo diverso da Detroit.”

Project Statement: Le origini della deindustrializzazione

Insieme a Andy Guinn, sto analizzando i tempi, la localizzazione e le cause della deindustrializzazione. Questo termine è spesso usato per descrivere la ristrutturazione delle economie nazionali o subnazionali, soprattutto dagli anni ’70 in poi. Tuttavia, diversi storici urbani sostengono che la deindustrializzazione nelle città della Rust Belt statunitense sia iniziata già negli anni ’50, quando le aziende trasferirono le loro fabbriche in periferia adottando tecnologie volte a ridurre la manodopera. Altri indicano che settori e aree specifiche, come il settore del carbone in Pennsylvania e quello dei tessuti nel New England, iniziarono il loro declino già negli anni ’20, con l’inizio della suburbanizzazione industriale. Partendo da queste teorie, proponiamo che l’inizio della deindustrializzazione dipenda dal contesto analizzato. Il nostro studio si basa su un’indagine della ristrutturazione industriale nell’area metropolitana di Detroit, dagli inizi del Novecento in poi, e fino ai singoli distretti industriali. Esaminiamo non solo l’industria automobilistica, ma anche settori come la produzione di sigari, stufe, vagoni ferroviari, navi e farmaceutica, tracciando la crescita, la migrazione e la chiusura delle aziende dal 1900 in poi. Abbiamo riscontrato un calo dell’occupazione nei distretti industriali lungo il lungofiume di Detroit già a metà degli anni ’10. Alla fine degli anni ’20, la ristrutturazione nell’industria automobilistica ha provocato una diminuzione dell’occupazione in distretti più distanti dal centro, come Milwaukee Junction e Highland Park, con un’espansione della geografia della deindustrializzazione nei decenni successivi. La nostra ricerca sfida la periodizzazione tradizionale della deindustrializzazione e mette in evidenza una gamma più ampia di cause, oltre alla fuga di capitali e all’automazione. In futuro, estenderemo temporalmente la nostra analisi e confronteremo l’evoluzione della deindustrializzazione nell’area metropolitana di Detroit con le dinamiche di altre aree metropolitane della regione dei Grandi Laghi, tra Stati Uniti e Canada. Inoltre, stiamo anche studiando la relazione tra ristrutturazione industriale e trasformazione dei quartieri.