Rebecca è dottoranda presso l’Università di Glasgow, attualmente al primo anno, nel Dipartimento di Letteratura inglese, con una co-supervisione in Letteratura scozzese. Il suo progetto di dottorato utilizza un’analisi critica del romanzo di fantasia per esplorare come la deindustrializzazione abbia plasmato l’immaginario letterario in una serie di opere pubblicate dal 1980 in poi. Nel 2020, Rebecca si è laureata presso la Newcastle University con una laurea di primo livello in Letteratura inglese, Storia e Scienze Politiche, ottenendo il massimo dei voti. Come parte del suo percorso di studi, ha presentato una tesi che analizzava gli effetti e le risposte della comunità alla chiusura dell’acciaieria di Consett, nella contea di Durham, nel 1980. Rebecca ha mantenuto un approccio interdisciplinare nei suoi studi sulla deindustrializzazione anche durante il suo Master in Letteratura inglese, anch’esso conseguito presso la Newcastle University, con lode. Il suo progetto di ricerca per il Master si concentrava sull’eredità culturale della deindustrializzazione attraverso la produzione di romanzi di fantasia nel Nord-Est dell’Inghilterra. I suoi principali interessi di ricerca includono la teoria critica e letteraria, gli studi sulla deindustrializzazione, le disuguaglianze sanitarie e le disparità regionali.

Project Statement: “Classe, salute e regione: narrazioni di traumi sociali nella narrativa regionale inglese e scozzese da Thatcher a oggi”

Questo progetto di dottorato si basa sul mio precedente lavoro sulla deindustrializzazione nella produzione artistico-letteraria. Dopo aver stabilito un solido quadro teorico, ora punto a estendere la mia analisi dal Nord-Est dell’Inghilterra verso altre regioni limitrofe, come la cintura centrale scozzese. Alla base della mia tesi vi è l’idea che la deindustrializzazione sia un processo ancora in corso, che continua a danneggiare e ostacolare lo sviluppo di regioni e comunità anche nell’epoca attuale, ulteriormente aggravato da politiche di austerità e crisi economiche. Considerando la portata e la rapidità della deindustrializzazione in Gran Bretagna, la mia ricerca supporta le tesi di molti studiosi che vedono questo processo come socialmente traumatico. Il corpus del mio studio include numerosi romanzi di narrativa pubblicati dal 1980 ad oggi, tra cui How Late it Was, How Late di James Kelman (1994) e il più recente Duck Feet di Ely Percy (2021). Sebbene la perdita dell’industria non sia sempre citata esplicitamente nei testi, la mia ricerca mostrerà che l'”emivita della deindustrializzazione,” per usare l’espressione di Sherry-Lee Linkon, è sempre presente attraverso rappresentazioni di disoccupazione, povertà, degrado ambientale o cattive condizioni di salute. Per questo motivo, considero il romanzo come uno strumento chiave per preservare la memoria della deindustrializzazione nel lungo termine. L’analisi letteraria ci permette infatti di esplorare domande fondamentali, come: cosa ci raccontano i romanzi sull’esperienza della deindustrializzazione e come variano queste narrazioni in base al contesto storico o geografico? In che modo gli scrittori di classe operaia provenienti da regioni deindustrializzate utilizzano il romanzo per elaborare i traumi sociali o individuali derivanti dal declino industriale? Infine, cosa ci può dire il romanzo su come la società ricorda la deindustrializzazione e cosa rivela questo sul presente “post-industriale”?