Katherine Watson sta perseguendo un dottorato di ricerca in Storia presso la Swansea University sotto la supervisione della dott.ssa Hilary Orange e della dott.ssa Sarah May. La sua ricerca di dottorato, che indaga le politiche del patrimonio nelle comunità, contemporanee e non, dipendenti dalle attività di pesca nel Galles meridionale, è cofinanziata da DePOT e dalla Swansea University. Questo progetto riunisce l’archeologia contemporanea e l’antropologia sociale per esaminare le qualità discorsive e materiali del patrimonio e il loro impatto affettivo e sensoriale. Katherine ha completato una laurea triennale in Antropologia e Archeologia presso la Durham University nel 2021. Dal 2021 al 2022 ha studiato per un master in Archeologia (Medievale Post-Medievale) presso la Durham University, dove ha sviluppato ricerche sulla politica e sull’impatto rigenerativo del patrimonio a North Shields, una comunità dipendente dalla pesca nel nord-est dell’Inghilterra. È interessata a come il patrimonio può essere utilizzato per rafforzare la presa di coscienza della necessità di sviluppare modalità alternative di vivere in modo più sostenibile e democratico, nel contesto del capitalismo post-industriale e della grave crisi ecologica che sta colpendo il nostro pianeta. 

Descrizione del progetto 

Il patrimonio della pesca è arrivato ad occupare un ruolo cospicuo nelle comunità costiere che soffrono del declino della pesca su piccola scala (SSF). I luoghi, gli oggetti e i costumi legati ai mezzi di sussistenza della pesca sono sempre più “conservati” attraverso musei, riqualificazione del patrimonio e iniziative per il patrimonio locale. L’effetto è di reintegrare i porti di pesca storici in paesaggi “produttivi” e di introdurre miglioramenti socioeconomici attraverso le economie del turismo e del tempo libero. Questo progetto utilizza una metodologia interdisciplinare per studiare come il patrimonio media la riconfigurazione in corso delle economie della pesca nel Galles meridionale. Il patrimonio può stimolare molte opportunità, ma chi ne beneficia dipende dagli agenti e dalle ideologie che controllano e stanno alla base del processo di patrimonizzazione. Mappe, fotografie e analisi dei discorsi sul patrimonio saranno utilizzate per interrogare il processo di patrimonizzazione. Questo sarà combinato con interviste, osservazioni partecipante e tour etnografici con le comunità locali per chiarire come queste materialità sono vissute e percepite dal corpo. Le interviste etnografiche sono anche un mezzo per stimolare il coinvolgimento e la collaborazione degli stakeholder. Basato sulla comprensione dello sfruttamento che le comunità di pescatori hanno subito per secoli, e che il declino della SSF è il risultato di una scelta politica consapevole di dare priorità alle agende neoliberiste, questo progetto analizza criticamente come e perché il patrimonio ittico è stato utilizzato in risposta alla “chiusura industriale” della SSF. Successivamente, valuterà le modalità con cui la diffusione del patrimonio può essere impiegata a sostegno della SSF. L’industria ittica, dominata dalla SSF, è vitale per l’economia gallese e la sostenibilità delle comunità costiere. Le SSF non sono antiquate, e anzi vantano un impatto ambientale molto inferiore rispetto ai classici modelli di business commerciale. Questo progetto valuterà come sviluppare aree di pesca storiche senza trascurare l’industria e i mezzi di sussistenza che conferiscono a questi luoghi un valore sociale, culturale ed economico e come il patrimonio possa essere integrato nel linguaggio e nelle operazioni di gestione della pesca.